MUSICA SERIALE
Ci voleva una puntata della celebre serie di Netflix “Stranger Things” per riportare ai vertici della classifica mondiale un brano di 37 anni fa. Sto parlando di “Running up that hill”, il singolo di Kate Bush uscito nel settembre del 1985 e che fece da apripista al suo album “Hounds of love”. Quando uscì il singolo ebbe un ottimo riscontro nel Regno Unito (patria della Bush in cui la cantante è sempre stata molto amata) arrivando alla terza posizione della classifica dei dischi più venduti e un po’ meno nelle altre nazioni del mondo (negli Stati Uniti si fermò in 30° posizione). Ma è bastata un’apparizione di questo brano in una scena clou della quarta stagione di “Stranger things” per farla diventare il brano più scaricato nella classifica globale di Billboard che tiene conto degli ascolti in tutte le classifiche del mondo. Ma non basta. Anche i Metallica con “Master of Puppets” sono tornati in classifica a furor di popolo grazie alla serie di Netflix. Cosa significa questo? Che la musica anni ’80 ha ancora un fortissimo ascendente sul pubblico degli adolescenti (dato che sono loro i maggiori fruitori di musica) oppure che
basta il pezzo giusto nella serie giusta per garantire un successo planetario a una canzone? Sicuramente i brani della Bush e dei Metallica hanno una potenza musicale così unica e potente che forse quando uscirono ai tempi non venne pienamente capita dal grande pubblico, anche perché la concorrenza era tanta e particolarmente agguerrita. Oggi invece, che l’originalità nel mondo delle sette note è un po’ latitante, è normale che ciò che è di valore esploda alla grande in mezzo a tanta banalità. Di certo ci sarà una grande corsa di tutti gli artisti anni ’80 per piazzare qualche vecchia hit nelle nuove serie televisive di successo. E comunque la nostalgia per gli “Eighties” è sempre molto forte. Nella top ten dei dischi più venduti negli Usa è riapparsa la colonna sonora originale di “Top Gun” del 1986, trainata dal successo di “Top Gun Maverick”. Insomma, niente da eccepire. Gli anni dell’edonismo “Reganiano” hanno ancora il potere di farci sognare. Anche perché la realtà “Bideniana” è abbastanza un incubo.